UMANA DEFICIENZA e DEFICIENZA ARTIFICIALE

le AI come nuova intelligenza

Le AI (artificial intelligence, in italiano intelligenze artificiali) cambieranno il mondo.

Ma prima di commemorare la lapide dell’intelletto umano facciamo un salto indietro di qualche secolo e soffermiamoci sulla Preistoria.

Quando tra i banchi di scuola o in tv si sente parlare di questo periodo lontano, la prima parola a cui si pensa sono solitamente i dinosauri. Potremmo dire che la vita e la fine di queste mastodontiche creature sminuiscano del tutto l’esistenza dei primi uomini, i “veri artefici” della Storia. Ebbene sì, anche se i nostri antenati non hanno mai combattuto con T-Rex fuori dalle pellicole americane, la fine della Preistoria viene fatta coincidere dagli studiosi nel 3500 a.C. A segnare la fine non è un meteorite vagante ma l’incredibile frutto dell’ingegno umano, la scrittura.

Facendo un salto in avanti di millenni, oggi le intelligenze artificiali sono uscite dalle pagine dei romanzi di fantascienza e dal
grande schermo per rifugiarsi sotto forma di app e siti web nei nostri smartphone.
A fare da apripista è stata Chat GPT, lanciata il 3 novembre 2022, annata in cui ha attirato l’attenzione per la sua capacità di rispondere a quesiti di cultura generale.
Se prima poteva forse malamente rivaleggiare con Wikipedia, per il trono lasciato dalle ormai decadute enciclopedie, questa AI ha iniziato ad evolversi e cambiare via via che la sua popolarità cresceva.
Durante la sua evoluzione, e più precisamente il 14 Marzo 2023, con l’uscita della quarta generazione del modello, l’AI ha aggiunto una nuova competenza al suo curriculum, la scrittura.
Infatti, un qualsiasi utente può commissionare all’applicazione, specificando il numero di parole da usare o semplicemente scrivendo un concept, un qualsiasi testo, sia esso argomentativo, narrativo o espositivo.

Se questa tecnologia si è rivelata una manna dal cielo per noi studenti, vi invitiamo, però, a riflettere su questo: se è stato l’uomo con la sua scrittura ad “inaugurare” la Storia, non dovremmo preoccuparci se un robot la usa al nostro posto?
La risposta è sì. Sebbene la piattaforma sia stata bandita in Italia fino al 28 Aprile di quest’anno per problemi legati alla privacy dei consumatori, in quest’arco di tempo sono spopolati vari doppioni, tutti accomunati dalla medesima mansione di scriba ma dalla qualità “discutibile”.

A tal proposito, vi riporto una mia esperienza personale. A scuola sono stato testimone delle esposizioni PowerPoint sui Promessi Sposi dei miei compagni di classe, che erano state fatte con l’ausilio di programmi simili a quelli descritti sopra. Riportavano una versione fantasiosa e ricca di licenze poetiche dell’opera manzoniana, la cui trama è stata riassunta come “il romanzo che narra dell’epico duello tra Lorenzo e il Boia di Lecco nelle strade di Milano”.
Inutile dire che la presentazione è stata fermata dalla professoressa di italiano appena dopo la prima slide e i miei compagni sono stati liquidati dietro minaccia di un 5 e invitati a leggere veramente il romanzo.

Questo comico episodio è uno dei tanti che si possono sentire in giro e che dimostrano come queste tecnologie siano ancora troppo basiche per sostituire il lavoro umano, anche se, essendo in continuo sviluppo e aggiornamento, non è detto che un giorno non ne siano capaci.

Nonostante ciò, alcuni professionisti della scrittura sono assai preoccupati: ce lo dimostra lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, che dal 2 Maggio 2023, oltre che per alcuni disguidi con le case di produzione riguardo a stipendi e condizioni di lavoro, hanno esplicitamente chiesto di essere tutelati e non sostituiti da da questi “scribi artificiali” nel loro settore.

È altresì importante notare che dal mese di Aprile di quest’anno è stata aggiunta all’app di messagistica SnapChat il chatbot (un software che simula conversazioni umane in forma testuale)“My AI”, un’altra intelligenza artificiale della fucina di OpenAI, gli stessi creatori di ChatGPT. Come il suo collega più noto, My AI è capace di generare testi scritti e gode del primato nel suo settore per essere stata la prima AI incorporata a un social.

Personalmente riteniamo che esse siano delle applicazioni molto convenienti e funzionali per compiti come ricerche o stesure di testi, ma d’altra parte ribadiamo che dovrebbero avere nella produzione scritta un ruolo minore rispetto all’immaginazione umana, vero motore di ogni processo creativo, che noi alimentiamo sviluppando il nostro pensiero critico, guardando a fonti e opinioni diverse e mai dipendendo da una sola.
Se nei prossimi mesi anche Instagram e Facebook prenderanno spunto dalla mossa del rivale e svilupperanno la propria AI personale e il timore degli sceneggiatori americani risulterà fondato, ce lo dirà il tempo ma riteniamo comunque essenziale il saper scrivere e trasmettere un pensiero personale senza l’ausilio altrui, perché come diceva Kant “sapere aude”, abbi il coraggio di sapere per conto tuo e non tramite l’ausilio di altri.

Sitografia:
https://www.ingenio-web.it/articoli/chat-gpt-migliorera-l-istruzione-o-la-distruggera/
(19/5/2023)
https://it.wikipedia.org/wiki/ChatGPT
(19/5/2023)
https://www.repubblica.it/tecnologia/2023/04/28/news/chatgpt_riapre_in_italia-397985150/
(19/5/2023)

https://help.snapchat.com/hc/it/articles/13266788358932-Che-cos-%C3%A8-La-mia-IA-su-Snapchat-e-
come-posso-usarla-

(19/5/2023)
https://www.wired.it/article/sciopero-sceneggiatori-hollywood-motivi-conseguenze-serie-tv/
(19/5/2023)

Articolo scritto da Alessandra Leka e Leo Carlino, studenti del quarto anno del Liceo delle Scienze Umane Pascoli, stagisti PCTO presso Siipac.