Il momento storico che stiamo vivendo ci sta imponendo un’esperienza rara se non unica, finora mai provata. Il Coronavirus e tutti i provvedimenti del Governo italiano hanno messo tutta la popolazione in una sorta di stop complessivo. Le discipline orientali, tra cui la Mindfulness, definita anche la pratica della Consapevolezza, spinge da tempo in questa direzione, ovvero invita le persone ad “uscire dal pilota automatico” che noi tutti azioniamo per essere funzionali nel mondo, nella prospettiva di rallentare la routine quotidiana e ritagliare dei momenti durante la giornata in cui accorgersi di quello che succede attorno a noi. Ora, non solo i pazienti, che con i loro sintomi manifestano un malessere interiore, hanno il diritto di prendersi una pausa, adesso tutti gli italiani hanno il diritto ed il dovere di farlo. Molte riflessioni nascono in risposta alla situazione che stiamo vivendo, diverse sono le interpretazioni del perché e del per quanto questo fenomeno durerà. Non abbiamo certezze, solamente ipotesi, probabilità.

Le persone che soffrono di disturbi d’ansia sono probabilmente le più fragili dal punto di vista psicologico. Proprio per loro, ma in generale per ridurre la sensazione di allerta e preoccupazione è utile seguire alcune norme di comportamento, tra cui, per esempio, non esporsi a informazioni non adeguate o non qualificate, limitare il numero di volte al giorno in cui informarsi (due potrebbe essere sufficiente), cercare per quanto possibile di mantenere una routine nel rispetto delle indicazioni di sicurezza, scaricare le tensioni attraverso “il fare”, mantenere uno stile alimentare sano, svolgere attività serali rilassanti, utilizzare mezzi alternativi quali Skype, videochiamate per ridurre l’isolamento, staccare la spina e parlare di altro, condividere le preoccupazioni con qualcuno di cui ci si fida. Se questo non dovesse essere sufficiente, è utile ricordare alle persone che la maggior parte dei professionisti della salute mentale, è raggiungibile tramite Skype e disponibile ad aiutare coloro che fossero restii o alle prime armi.

Dal punto di vista dell’ecosistema, il Coronavirus si dipinge come un grido, un allarme, un segnale impossibile da ignorare, la natura ci ha dato un arresto. L’augurio più auspicabile è quello che, nel momento in cui tutto questo finirà, ognuno di noi, ognuno, porti con sé il messaggio e si faccia guidare giorno dopo giorno da esso. Non servono grandi cose.

Ma passiamo ora al lato negativo della medaglia, focalizzandoci prevalentemente sugli aspetti psicologici e sociali e tralasciando quelli economici. La condizione attuale si configura come un terreno fertile per l’isolamento e l’incremento di tutto ciò che riguarda l’uso problematico di Internet. In questo preciso momento storico, il web, se da un lato costituisce uno strumento prezioso per il mantenimento della socialità e della vicinanza con le persone, dall’altro può diventare per alcuni una fonte di pericolo. Si pensi a coloro che sono invischiati in comportamenti quali il Gioco d’Azzardo Online, la dipendenza da Videogiochi o il Cybersex.

Un’attenzione particolare va posta nei confronti degli adolescenti: quali sono i possibili campanelli di allarme dello sviluppo di una dipendenza da videogiochi? Senza creare allarmismi e premettendo che per formulare qualsiasi ipotesi diagnostica è necessaria la valutazione di uno psicologo, è possibile osservare che la combinazione di cognizioni distorte, isolamento sociale, psicopatologia e rinforzi contingenti potrebbe rappresentare un fattore di rischio. In aggiunta, quali potrebbero essere i pensieri errati alla base della tecnologia? Spesso sono identificabili convinzioni quali “la mia vita online o virtuale è migliore della mia vita reale” e “gioco ai videogiochi per sfogare la rabbia”. Relativamente a quest’ultima credenza, si invita a riflettere sull’abitudine ormai diffusa di utilizzare lo smartphone o il tablet come strumenti di regolazione emotiva. In altre parole, i genitori spesso si trovano nella condizione di rispondere al pianto o al “capriccio” del figlio utilizzando uno schermo interattivo. Tuttavia in fase adolescenziale, quando lo smartphone diventa uno strumento di socialità, il genitore esprime rabbia o preoccupazione per l’uso del telefono. Questo tipo di ambivalenza crea disagio e porta con sé due contenuti, in primo luogo il fatto che per regolare le emozioni è utile ricorrere a un dispositivo elettronico e in secondo luogo genera confusione e ambivalenza per la contrapposizione delle informazioni.

Un’altra fonte di preoccupazione relativa al mondo del web, riguarda il gioco d’azzardo, che è diffuso non solo nelle Sale Slot, bensì è diventato una pratica comune anche online. Secondo una ricerca i tassi di gioco d’azzardo problematico sono più alti tra chi gioca on-line rispetto a giocatori non on-line (Griffiths et al. 2009). Inoltre, da un sondaggio condotto su 400 utenti del sito Eurodap è risultato che il 60% degli utilizzatori li considera “giochi come tanti altri”, mentre il 30% li reputa “eccitanti” e solo il 10% riconosce la loro pericolosità. Possiamo ipotizzare delle categorie specificatamente a rischio per il GAP on-line: persone con autismo a medio-alto funzionamento: “la possibilità per la rete di supplire ai deficit sociali tipici dell’autismo è documentata e la possibilità di dimostrare delle abilità in un contesto sociale è molto rinforzante e pericolosa” (Davidson 2008); persone con disabilità e concomitante depressione e anziani cognitivamente sani ma socialmente isolati.

Infine, un altro filone del web degno di nota e attenzione riguarda il mondo della pornografia e del cybersex. Come è possibile riconoscere un comportamento sessuale virtuale problematico? Come già accennato, è necessario un intervento diagnostico effettuato da un professionista, tuttavia alcuni segnali d’allarme potrebbe essere i seguenti: pensieri intrusivi relativi al sesso online; aumento crescente del tempo impiegato in attività sessuale attraverso la rete ed incrementarne la quantità di tempo; ripetuti tentativi fallimentari nel controllare, arrestare ed eliminare il comportamento sessuale online; umore irascibile ed irrequieto nel momento in cui si elimina o si arresta l’attività sessuale online; utilizzo dell’attività sessuale virtuale come strategia di coping, ovvero di gestione dei problemi.

Per effettuare un’ipotesi diagnostica relativamente alle problematiche presentate e non solo, è possibile rivolgersi alla Società Italia di Intervento sulle Patologie Compulsive (S.I.I.Pa.C), che è un centro specializzato nella cura e nella riabilitazione di persone con problematiche di dipendenza psicologica.

La S.I.I.Pa.C. è stata la prima struttura in Italia a porsi l’obiettivo di approfondire il fenomeno del Gioco d’Azzardo Patologico, per offrire un efficace programma d’intervento non solo a chi ne era colpito ma anche ai familiari. In seguito è stato realizzato un Centro Riabilitativo aperto al mondo delle dipendenze comportamentali, tra cui appunto Gioco d’Azzardo Patologico online, Dipendenza da Videogiochi, Cybersex. Attualmente è possibile contattare la S.I.I.Pa.C attraverso i numeri telefonici +39 333 563 4379 e +39 347 676 9169.