A causa della pandemia di Covid-19, sono state attuate a livello nazionale e mondiale delle norme di sicurezza allo scopo di ridurre la diffusione del virus. Una delle misure più comuni adottate, è stata quella dell’obbligo del distanziamento fisico e sociale tra le persone, permettendo interazioni fisiche solo con i membri della propria famiglia o con i conviventi. Anche se temporanee, queste restrizioni straordinarie alle libertà individuali, hanno avuto un impatto significativo sulla salute fisica, mentale e sul benessere psicologico non solo delle categorie più a rischio, ma anche di tutti gli altri gruppi demografici.
Per quanto riguarda il tema della sessualità, le persone che sembrano aver risentito maggiormente delle restrizioni imposte, sono quelle che si identificano con un orientamento sessuale che compone una minoranza. A causa del ritorno nella propria casa di origine, spesso si sono sentiti obbligati a dover nascondere la propria sessualità. Le misure di distanziamento sociale in molti casi hanno amplificato i sentimenti di solitudine, soprattutto nei single e nelle coppie che sono state costrette a vivere separate: uno dei motivi principali è stato la diminuzione delle opportunità di intimità fisica e sociale. Mentre in molte coppie che si sono trovate a convivere a stretto contatto per un lungo periodo di tempo, spesso si è registrato un notevole carico di stress. Diverse ricerche hanno riscontrato delle differenze di genere sui livelli di desiderio sessuale, negli uomini sembra essere rimasto alto, sia prima che durante l’isolamento, mentre nelle donne sembra essere diminuito notevolmente durante il periodo di blocco. Tale differenza potrebbe essere dovuta ai maggiori livelli di stress delle donne, a causa dell’aggiunta del carico dei lavori domestici e ad altri sintomi insorti durante la pandemia; tra questi ultimi troviamo ad esempio un aumento dei livelli di ansia e di depressione, causato da vari fattori tra cui la gestione dei bambini a causa delle chiusure delle scuole, i quali possono influire negativamente sul desiderio sessuale. In questo momento storico, la pandemia di Covid-19 ha obbligato le persone a trovare dei modi per continuare a vivere la propria sessualità nel rispetto della sicurezza di tutti. Nei periodi in cui è stato necessario adottare misure più restrittive, pornografia, incontri virtuali, sexting ecc. sono stati una valida alternativa che ha consentito l’espressione dei propri impulsi sessuali soprattutto a chi non conviveva con il partner. Dietro a questa possibilità fornita da internet, però, si possono nascondere dei rischi. Tra questi vi è il continuare a preferire la pornografia o gli incontri sessuali virtuali a quelli reali, di persona nonostante vi sia l’opportunità nei momenti di minori restrizioni sociali. Ancora, nelle coppie il calo del desiderio può riflettere (più frequentemente tra gli uomini) un ricorso disfunzionale al cyberporn e/o cybersex. Queste dinamiche possono essere un campanello d’allarme della dipendenza da pornografia: infatti, segni della dipendenza da pornografia possono essere la difficoltà nell’erezione e il calo di desiderio provato durante i rapporti persona. L’uso reiterato di modalità alternative a quelle degli incontri corpo a corpo con il partner può delineare una modalità pervasiva di esprimere e vivere la propria sessualità, comportando gravi difficoltà nella persona (tra cui ritiro sociale, senso di colpa e vergogna, sintomi ansiosi e depressivi).

Altro fenomeno indagato durante il Covid-19 è stato quello dell’infedeltà, che in letteratura viene descritta come un atto emotivo o sessuale compiuto al di fuori della relazione primaria. Le conseguenze dell’infedeltà per entrambi i partener possono essere molteplici: può causare ansia, disturbo da stress post-traumatico e sintomi di depressione; può ripercuotersi sulla felicità di coppia in generale e sulla relazione, causando una diminuzione del desiderio, della frequenza e della soddisfazione sessuale; inoltre può portare ad un aumento dei conflitti e della tendenza ad avere comportamenti aggressivi, che possono sfociare nella violenza da parte del partner. L’infedeltà è uno dei più frequenti motivi di divorzio, con una coppia su cinque che la identifica come causa primaria della rottura della loro relazione. L’aumento dello stress, come quello causato dalla pandemia, si associa ad una diminuzione della soddisfazione relazionale e sessuale, e gli individui non soddisfatti hanno maggiori possibilità di non essere fedeli.
Tra i dati a conferma dell’aumento del rischio di infedeltà durante la pandemia, troviamo l’iscrizione di 17.000 nuovi membri al giorno in un sito di incontri per persone sposate con il desiderio di chattare o di instaurare una relazione segreta. Una ricerca condotta nel Kinsey Institute riporta che il 25% dei partecipanti è stato contattato da un ex partner e la maggior parte di loro ha risposto. Dal momento che la pandemia ha portato le coppie a trascorrere più tempo insieme, è aumentata anche la probabilità che queste relazioni vengano scoperte dai partner.

L’infedeltà, come la pornodipendenza, possono avere un effetto devastante per la coppia, creando delle situazioni molto difficili da affrontare, soprattutto durante una pandemia anch’essa traumatica. Le coppie che non riescono a superare da soli questi eventi, possono cercare aiuto o in modo individuale o iniziando una terapia di coppia.
La S.I.I.Pa.C. (Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive) da circa un ventennio si occupa di dipendenze comportamentali, osservando attentamente come i cambiamenti sociali incidono sulla vita delle persone, accompagnandosi allo sviluppo di nuove dipendenze. Inoltre, nonostante la specializzazione nelle new addiction, accoglie anche persone con differenti problematiche: disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, conflitti familiari o di coppia. L’intento della struttura è quello di fornire un sostegno non solo a chi si presenta con problemi di dipendenza, ma chiunque porti una sofferenza e che desidera essere ascoltato ed aiutato.