Dipendenza da lavoro

Tutte le persone, in genere, lavorano per poter guadagnarsi da vivere e mangiare. Tuttavia, questo comportamento, considerato normale, può diventare una dipendenza quando non ha più una funzione di sopravvivenza, ma ci aiuta a superare mancanze esistenziali e problemi familiari. Si parla così work addiction (o workaholism), cioè la dipendenza da lavoro che appartiene alla categoria delle dipendenze non legate a sostanze e per questo, spesso le viene data meno importanza. Ci sono similitudini con le altre dipendenze, quali l’autodistruzione fisica, psichica e sociale. Tuttavia, non sempre il “tanto lavoro” ed il “piacere nel lavoro”, possono essere definiti come dipendenza. Il passaggio da un comportamento normale ad uno compulsivo patologico, è diviso in tre fasi:

  • Fase iniziale: caratterizzata da uso, abuso ed piacere. Il pericolo inizia in modo innocuo e lo stile di vita viene mimetizzato dal lavoro. La persona inizia a lavorare di nascosto, nel tempo libero lavora o legge materiale riguardante il lavoro e lo stile di vita diventa frettoloso. Pensa solo al lavoro, trascurando la famiglia ed altri interessi. In questo stadio, non è possibile individuare evidenti disturbi fisici (mal di testa, mal di stomaco e disturbi cardiaci o circolator) o psichici (esaurimento, leggere depressioni, disturbi della concentrazione). Il dipendente si dedica sempre più al lavoro poiché le sue forze lavorative sembrano inesauribili, ignorando però questi problemi.
  • Fase critica: caratterizzata da abuso, comportamento evasivo ed assuefazione. È possibile capire se si tratta di dipendenza oppure abuso del lavoro. La persona, non smette più di lavorare, trova scuse per giustificare il suo lavorare troppo, accumula lavoro e si sente inutile se non è sotto pressione. Essere commiserato dagli altri a causa del tanto lavoro, fa diminuire i sensi di colpa e rafforza l’autostima, aumenta un comportamento aggressivo e impaziente verso i colleghi di lavoro. In questo stadio sintomi fisici (pressione alta, ulcera e depressioni) sono così gravi, da richiedere interventi medici, interrompendo il lavoro. Tuttavia, le vere cause della sofferenza non sono trattate.
  • Fase cronica: caratterizzata dall’assuefazione e la dipendenza. Questa fase è caratterizzata da lavoro notturno, feriale e festivo. Il dipendente tratta con durezza ed ingiustizia i colleghi che non condividono il suo stile, manca di rispetto alla concorrenza e rinuncia alla vita privata. Il dipendente si sente vivo solo grazie alla sua attivitá professionale, gestendola in modo tale da non dover smettere mai di lavorare, togliendo sempre più ore di sonno arrivando anche giorni interi senza chiudere occhio; ciò porta ad un rendimento povero.

Dipendenza da lavoro – Ricerche e studi

Diagnosticare workaholism è molto difficile, perché i sintomi possono essere visti come impegno lavorativo. È possibile distinguere quattro tipi di workaholics:

  • Il lavoratore ossessivo rappresenta il workaholic nel modo più significativo. Arriva per primo e va via per ultimo dal lavoro, si porta il lavoro in vacanza (se ci va), lavora in modo perfetto ma ossessivo. È così ossessionato che tiene il lavoro nascosto dai collegi per paura che glielo possano rubare. Questo tipo di workaholic si distingue, perché la dipendenza è ovvia (lavora sempre).
  • Improvvisi attacchi di lavoro. In questa fase, il workaholic si comporta normalmente finché arriva un attacco di lavoro. Questa ossessione porta ad una chiusura verso gli altri ambiti della vita, non considerando più bisogni fisici e psichici. Il dipendente, dopo un attacco, non è più in grado di fare nulla e rigenerarsi tra un attacco e l’altro, richiede così tanta energia, da non avere più tempo e forza per dedicarsi ad altre cose, portando ad un isolamento sempre maggiore.
  • Il lavoratore nascosto può essere distinto in due tipi. Il primo, nasconde la sua attività dalla famiglia o amici e si dedica al lavoro nei momenti in cui la possibilità di essere scoperto è molto bassa. Il secondo, cerca continuamente delle scuse per poter svolgere il suo lavoro.
  • Il lavoratore con la permanente voglia di non far niente. Evitare di lavorare può essere un comportamento ossessivo che caratterizza la work addiction. Il soggetto riesce a lavorare bene solo sotto pressione, poiché tende a rimandare tutto all’ultimo momento. È ossessionato dall’evitare le cose in tutti gli aspetti della vita – lavoro, famiglia, amicizie e bisogni fisici. Le conseguenze sono sensi di colpa, i quali portano ad una incapacità di agire.

Dipendenza da lavoro – Conseguenze

È possibile tracciare un quadro generale della persona dipendente dal lavoro. Solitamente, il workaholic utilizza come strategia prioritaria per difendersi, la repressione. Alcuni dipendenti fanno paragoni quali: “So di essere dipendente del lavoro, però questo è sempre meglio di tante altre cose” oppure cercano di scusare la situazione dicendo: “Certo, sono un workaholic, però guardate quante cose positive mi ha dato”. La dipendenza diventa pericolosa, quando i pazienti ammettono la loro dipendenza, ma non la vedono come un pericolo grave. L’aumento della mancanza di giudizio, è un sintomo tipico della malattia. Il workaholic si sopra o sottovaluta, considerandosi una persona molto abile oppure un fallito. La conseguenza è che spesso si fanno delle promesse, che poi non si riescono a mantenere oppure ci si allontana dal fatto di svolgere lavori semplici, per dimostrare a se stessi di valere, compiendo delle cose molto difficili e complicate. A causa delle opportunità perse di svolgere un lavoro o per punirsi a causa delle promesse non mantenute, cresce la voglia di lavorare. Inoltre, credono di non essere rispettati per quello che sono dalle altre persone. Per questo, le capacità vengono mostrate in modo esagerato e gli errori non vengono quasi mai nominati. I dipendenti dal lavoro si giudicano in base al loro lavoro e in questo cercano anche la loro ragione di essere. Sono persone che ci raccontano cosa fanno, per comunicarci come si sentono, seguendo l’illusione di dover continuamente fare qualcosa di proficuo, per sentirsi bene. In genere, nei workaholics c’è un’alta carica d’adrenalina impedendogli di rilassarsi; in questo caso, il sistema metabolico non si spegne, nemmeno se deve dormire. Per loro, il “dolce far niente” è angosciante. Hanno paura di un vuoto interiore e ammettono, che il lavoro gli distrae da questi sentimenti. Spesso per allontanare questi sensi di angoscia e paura, si dedicano all’alcool, ai farmaci e alle droghe. Dipendente dalla loro storia personale, dai problemi e dalle difficoltà uno può essere più o meno predisposto a sviluppare una dipendenza. Tuttavia, cause e motivi che portano al workaholism sono varie, ma è possibile che la predisposizione venga agevolata se l’amore dei genitori è legato solo ad un buon rendimento. Le prestazioni lavorative possono essere un tentativo inconscio per approvarsi nei confronti dei genitori. Altri sintomi di workaholics sono: falsità, egoismo, isolamento, controllo, perfezionismo, problemi fisici e psichici, abuso di se, fallimento spirituale e paura latente di perdere il posto di lavoro.

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